Oggi scopriamo insieme come dall’essenza primaria della pianta di Cannabis, ovvero i semi, si ricava uno straordinario olio, prodigioso per il nostro equilibrio funzionale.
L’Olio di Canapa è estratto dai semi della pianta di Cannabis Sativa tramite una tecnica di spremitura a freddo che permette di mantenere intatte le proprietà organolettiche ed i valori nutrizionali della maggior parte dei micro e macro elementi presenti nei semi stessi.
Cosa contiene l’olio di semi di canapa?
L’olio di semi di canapa è costituito per l’89% da acidi grassi insaturi di cui: 56% acido linoleico (LA, della serie omega 6); 19% acido alfa linolenico (ALA, della serie omega 3); 3,5% acido gamma-linolenico (GLA, della serie omega6); 1,4% acido stearidonico (SDA, della serie omega 3); 9,3% acido oleico (della serie omega 9).
L’olio di semi di canapa è costituito, inoltre, da acidi grassi saturi (circa 10%) e da una piccola percentuale di Steroli vegetali, importanti per il riequilibrio dei livelli di colesterolo nel sangue[1] (come Beta-sitosterolo, campesterolo, cicloartenolo, fitolo) e fosfolipidi (lecitina).
L’olio di semi di Canapa contiene anche tutti gli amminoacidi essenziali e soprattutto elevati livelli di Arginina, un precursore metabolico per la produzione di ossido nitrico. Quest’ultimo è considerato il messaggero per il sistema cardiovascolare e partecipa al controllo di diversi processi biologici, come l’emostasi di piastrine e leucociti, la regolazione del tono vascolare e l’omeostasi della pressione sanguigna. Uno studio clinico ha dimostrato che soggetti a rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari possono veder diminuire tali rischi seguendo una dieta ad alto contenuto di alimenti ricchi di arginina[2;3].
Infine, l’olio di semi di canapa contiene minerali quali il Calcio, Magnesio e piccole percentuali di Ferro e Zinco, nonché flavonoidi (come flavanoni, flavanoli e isoflavoni) dalla fondamentale attività antiossidante.
Perché è così cruciale la composizione in acidi grassi essenziali dell’olio di Canapa?
Gli acidi grassi essenziali sono dei nutrienti che il corpo non produce da sé, per cui possono essere assunti esclusivamente mediante l’alimentazione e l’integrazione.
Gli Omega 3 e gli Omega 6 svolgono, infatti, importanti funzioni biologiche all’interno del nostro organismo ed in particolare sono importanti nella produzione e bilanciamento dei livelli di Eicosanoidi, ormoni modulatori dell’infiammazione. Nello specifico, gli Omega 3 promuovono la formazione degli eicosanoidi con funzione anti-infiammatoria, mentre gli Omega 6 promuovono gli eicosanoidi pro-infiammatori.
E’ importante sottolineare che TUTTI gli eicosanoidi sono essenziali al corretto funzionamento dell’organismo. L’infiammazione, infatti, è un’importante reazione che il nostro organismo attua per difendersi da agenti di natura biologica (batteri, virus ecc.), fisica (traumi, calore, raggi UV) o chimica (acidi ecc.). D’altro canto, è altrettanto importante che tale processo di infiammazione termini e che si ripristino le condizioni fisiologiche.
Qual è il giusto rapporto di omega 3 e omega 6?
All’interno del nostro organismo gli Omega 3 e gli Omega 6 competono per gli stessi enzimi metabolici. Pertanto, se con l’alimentazione introduciamo un eccesso di Omega 6 avremo una prevalenza di prodotti metabolici di questa serie, e viceversa. Ecco perché risulta fondamentale mantenere il giusto rapporto tra Omega 3 e Omega 6, per garantire l’equilibrio omeostatico degli eicosanoidi, ovvero dei processi infiammatori.
Secondo le più recenti linee guida sui Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia (LARN), pubblicate dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), un rapporto ottimale tra Omega 6 e Omega 3 è di 4:1; ma esso non viene sempre rispettato: soprattutto le diete dei Paesi occidentali come l’Italia, infatti, causano uno squilibrio a favore degli Omega 6, portando a rapporti anche di 30:1 (16:1 nella popolazione italiana).
La causa principale è il maggiore consumo di alimenti ricchi in Omega 6, come l’olio di girasole (che presenta un rapporto Omega 6/Omega 3, di 71:1). Questo eccessivo consumo di Omega 6, comporta una tendenza a stati di infiammazione cronica che rappresentano un importante fattore di rischio per le malattie autoimmuni (artrite reumatoide, retto-colite ulcerosa, morbo di Crohn) e possono alterare lo stato di salute generale della persona[4]. Basti pensare che l’olio di oliva, che è il più utilizzato nella nostra dieta, ha un rapporto Omega 6/Omega 3 di 9:1.
L’olio di canapa è il primo tra gli oli vegetali ad avere un rapporto bilanciato Omega 6/Omega 3 pari a 3:1 e, allo stesso tempo, ottime qualità organolettiche che lo rendono un perfetto integratore ed alimento salutare.
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Fonti:
- Ferguson JJ, Stojanovski E, MacDonald-Wicks L, Garg ML. Fat type in phytosterol products influence their cholesterol-lowering potential: A systematic review and meta-analysis of RCTs. Prog Lipid Res. 2016 Oct;64:16-29.
- Delfin Rodriguez-Leyva and Grant N Pierce. The cardiac and haemostatic effects of dietary hempseed. Nutr Metab (Lond). 2010
- Wells BJ, Mainous AG 3rd, Everett CJ. Association between dietary arginine and C-reactive protein. 2005 Feb;21(2):125-30.
- Simopoulos AP. Evolutionary aspects of diet, the omega-6/omega-3 ratio and genetic variation: nutritional implications for chronic diseases. Biomed Pharmacother. 2006 Nov;60(9):502-7. Epub 2006 Aug 28.